Zucchine spinose, pulite, affettate e spurgate con sale grosso per circa un'ora. Poi fritte e lasciate ad asciugare per 10 minuti. Nel frattempo frullare due cucchiai di panna da cucina con due di Grana, 250g di ricotta fresca e 1,5 hg di mortadella, un pizzico di noce moscata, uno di sale, pangrattato per gratinare. Disporre in una pirofila da forno oleata del pangrattato, un suolo di zucchine, uno di composto frullato e una parvenza di prezzemolo tritato.Continuare e terminare con l'ultimo strato di zucchine. Preparare per la gratinatura ed infornare a 180°, per circa venti minuti. Servire caldo. Et voilà la cena è servita! Torno a voi dopo una piccola pausa di riflessione, ma ci sono! ;)
La cucina è il migliore dei mondi possibili se si è golosi e creativi!Perciò largo a tutto ciò che affabula cervello e palato!
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7 novembre 2013
En attendant Godot .....!!!
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3 maggio 2012
E finalmente si va di pasta madre !

tratte dal blog Le chicche di Chicca, e poi i rinfreschi di qualche giorno li ho imbellettati in splendidi barattoli colorati e debitamente sterilizzati e riciclati, in modo che chi volesse provare a riprodurre l'esperimento in proprio avesse la materia prima da cui partire. Un successone! Allenate le mani allora ho pensato di produrre pizza e focaccia, e non da ultimo il pane! Delle splendide ciabatte di grano duro misto a farina integrale, di kamut e zero ... magari da qui vi avessi potuto far sentire il profumo che si è sprigionato dalla mia scatola nera cooking tutto fare ( il forno!) alla mezzanotte di lunedì 30 aprile...una data da ricordare per celebrare l'evento! Il mio primo pane fatto con lievito di pasta madre! Specialissimo!
A breve promuoverò nuovi esperimenti e ve ne darò conto, per invitarvi a partecipare in tanti all'uso di questo magico ingrediente salutare e vivo. Rende i prodotti da forno tutti più digeribili, saporiti e che conservano fragranza e qualità per giorni e giorni. Con la crisi che impera poi, risparmiare qualche soldino autoproducendosi del lievito casalingo idoneo in specie alla panificazione, vi pare poco? Provare per credere, la ricetta facile facile delle Sorelle Simili per realizzare la pasta madre la trovate qui , ma sulla blogosfera in molteplici versioni. Buona lievitazione a tutti!
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28 novembre 2010
I miei menù

Tutto ok nonostante la dieta! Bisogna rinunciare a tante cosucce, ma in compenso decisamente si mangia meglio e forse anche più vario! Ho scoperto che un salutare aiuto arriverebbe se sulle nostre tavole imparassimo a fare intercultura alimentare. Molti dei problemi legati agli eccessi tipici del nostro tempo si annullerebbero se tornassimo a fare tante prove casalinghe delle specialità d'ogni dove. Non è difficile provare a fare pane, pizza, pasta e altro studiando un pò di alternative. Amore, impegno e fantasia potrebbero condire il tutto e regalarci piacevoli momenti di ritrovata condivisione familiare da gestire con parenti e amici. Sapevate ad esempio che si può fare di realizzare i popovers, o dolcini, senza lievito? Con le farine integrali, la stevia al posto dello zucchero e la marmellata non addizionata sono una merenda sfiziosa e delicata se accompagnata da un buon the. Con la yuca o manioca, un tubero comune da trovare ormai nelle migliori frutterie, si possono realizzare simil -pizze e panini profumati coadiuvando con cremortartaro e bicarbonato la lievitazione e sposando, laddove possibile, sempre alle migliori farine macinate a pietra una purea di questa radice nutriente e priva di glutine. Anche tipi di alternative al pane fanno la differenza: arepas, tacos, piadine indiane senza lieviti e chi più ne ha più ne metta! Per migliorare l'assorbimento degli zuccheri e tenere a bada la glicemia basterebbe introdurre spesso l'uso di topinambur o carciofo di gerusalemme, nelle nostre insalate o negli sformati e nelle zuppe. Anche uno zucchero alternativo si ricava proprio dall'uso di questa meraviglia della natura. La cioccolata fondente si può gustare di tanto in tanto se realizzata con zucchero di canna invece che semolato. La frutta si può profumare e cuocere in una soluzione deliziosa di cannella, chiodi di garofano, zenzero, semi di anice stellato e scorza di limone, da servire con un trito di mentuccia fresca come dessert. Coperta da carta forno mantiene vitamine e zuccheri propri. Una carta per cucinare che potrebbe servire, ma non si reperisce facilmente, è la carta patapar, completamente naturale ed ecocompatibile. Le spezie e i semi che arrivano dall'oriente facilitano la digestione e condiscono a meraviglia ricette vegetariane che per nulla fanno rimpiangere la carne e i suoi derivati. E poi la base della dieta mediterranea tipo non tradisce mai le aspettative di sanità ed equilibrio, ma rinvigorisce e facilita la nostra tenuta salutista: olio d'oliva extra, fior di sale dei nostri mari, gli agrumi per condire e da gustare proprio ora che la stagione comincia a regalarcene di splendidi, la frutta secca da centellinare, ma guai a farla mancare in tavola, i legumi, i cereali integrali, la frutta e la verdura da sposare a fantastici primi piatti di pasta goduriosa e onnipresente nella cucina italiana. Rilevanti i metodi di cottura che dovrebbero essere spesso al vapore, al forno, barbecue, cruditè e cmq veloci per salvaguardare gli agenti nutrizionali di ciacun alimento. Non si finisce davvero mai d'imparare, e soprattutto in cucina quanto c'è da scoprire! Basta armarsi di pazienza, tempo e dedizione. In fondo è tutta salute e ne vale la pena, non vi pare?!
14 ottobre 2010
Il Dhokla indiano come la nostra farinata di ceci
da Table Conversation.com 

Beh, chi ha letto il post precedente e sa delle ristrettezze alimentari in cui verso, ben comprenderà che cercare delle soluzioni plausibili ad un'alimentazione alternativa è il minimo mi possa inventare in questo caso! Per cui sto approcciando alla cucina indiana veramente tipica e ricca di piatti a base di verdure assolutamente prelibati e nutrienti . Ancora per questo mese non potrò sperimentare, ma per il prossimo mi porto avanti col lavoro! Prometto proverò a fare questo piatto davvero simile alla nostra farinata di ceci che si chiama DHOKLA ed ha origine nella regione del Gujarat, in India occidentale. Una farinata strepitosa fatta da Viv sul suo meraviglioso blog mi ha ispirato ed ecco la ricetta che mi accingerò a riprodurre non appena possibile:
servirà mescolare della farina di ceci con un frullato di yogurt misto a succo di limone, zenzero fresco, peperoncino verde, aglio e un cucchiao di zucchero di canna . Un pizzico di sale ed uno di curcuma, per dare colore, e via al rimescolamento con spatolina morbida a mano e velocemente in una ciotola comoda e non troppo grande. Per le dosi andate ad occhio. Una giusta consistenza e morbidezza saranno il segnale. Si aggiungerà a questo punto per far lievitare l'impasto un cucchiaio di sale di frutta (ENO FRUIT SALT) che darà al Dhokla una consistenza leggera e soffice. Pochi minuti occorreranno a che si formino delle bollicine che indicheranno l'avvenuta lievitazione e a quel punto trasferiremo in un tegame (preferibile se rotondo) a cuocere a vapore questa deliziosa tortina, per circa 20 minuti. Nel frattempo che la preparazione cuoce, in una padella a parte si preparerà una riduzione sciroppata di olio di semi, semi di mostarda, foglie di curry zucchero e acqua in parti uguali. Si chiama tarka, una sorta di soffritto di spezie che si usa come rinforzo a cibi delicati a base di verdura e legumi, ma anche di pesce e carne. Pronta la tortina la si guarnirà con l'intingolo profumato e la si offrirà in tavola calda o tiepida. Sembra facile ... chi si cimenta e poi mi racconta....? dovrò attendere , ma son certa sarà un delizioso antipasto alternativo da proporre ... sarà divertente provarlo!
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13 ottobre 2009
Due prove riuscite: Lo Zibibbo e il Graziella
Questa volta, per la prima volta a farla da padrone non è la mia cucina , ma quella che ho potuto assaggiare in due ristoranti diversissimi tra loro, accomunati da un unico ingrediente sapiente : il buon cibo! Quando mangiamo ci nutriamo, ma serve ricordare che facciamo anche un'opera di costruzione e decostruzione di equilibri, di percentuali, di gusto e di chimica. E' gradevole gongolare il palato, ma pure non veder galoppare le trigliceridi rende felici! Devo dire che mi è parso ritrovare tanta cura e amore, per il proprio mestiere in questi due posti, lontani pure territorialmente tra loro. Il primo è stato lo Zibibbo di Firenze: atmosfera semplice ed elegante, ricercata, ma cordiale. Qui ho assaporato un antipasto strepitoso, Patè di fegatini con pain brioche e salsa di arance al Porto, una mousse di melanzane affumicata portentosa, una fiorentina da brivido con misticanza di contorno, bevuto un Sauvignon da paura! Il prezzo un tantino sopra le righe, ma ne vale la pena. Il secondo è stato una scoperta allegra, di quelle che fai in serate stanche e leggere, quando il maritozzo ti dice:" molla i fornelli che si va a trovare un ristorantino..." lui propone, io scelgo. Da quasi due anni ci viviamo vicino e ancora non lo avevamo sperimentato: è la trattoria Graziella di Fiumicino (RM). Una sala spaziosa, forse un pò demodè e ruspantina, ma dove la presenza di famigliole al gran completo e accoglienti visi di camerieri pronti e simpatici fanno la differenza. La cucina a vista pulita ed espressa, i piatti generosi e curati nella qualità come si fosse a casa propria. Pesce fresco, i paccheri al sugo di spigola con capperi e olive ve li consiglio, la pizza leggera e gustosa, non troppo unta, le patate fritte autentiche, non surgelate, il vinello bianco e godibilissimo della casa, e dulcis in fundo una chicca: panna cotta al ginepro con cioccolato fuso e creme caramel gentile! Rapporto qualità prezzo notevole e congruente. Mi sono veramente ripresa dopo una giornata tosta, e ho detto tutto! Di tanto in tanto spero di poterci tornare in entrambi i posti e magari chissa, portarvi con me in molti ... Che aspettate, siete pronti a raggiungerci!? A presto e felici esplorazioni enogastronomiche!
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